Mirco Gheller, nato a Foza, un paesino della spettabile Reggenza dei Sette Comuni, il 18 novembre 1967.
Vivo e lavoro a Valstagna, autodidatta, fin da giovane sono sempre stato curioso di ciò che spinge le persone a percorrere percorsi laterali per conoscere le cose che tutti già sanno.
Ho esplorato parecchie estensioni dell'arte: fotografia, disegno a matita , pastelli, pennarelli, magliette, adesivi, penne a china, serigrafia, ceramica, incisione in tutte le sue varianti, acquarelli, tempere, olio, acrilici, spray, scultura su legno, ferro, pietra, gesso, stucchi, terracotta e ancora assemblaggi e accumulazioni con i materiali più disparati.
Questi ultimi sono quelli che mi hanno dato maggior soddisfazione; attraverso loro sono riuscito a far riflettere e a comunicare come "l'uomo pre-tecnologico non sia pronto ad abitare l'età della tecnica di cui godiamo i benfici in termini di beni e spazi di libertà".
C’è l’uomo dietro il racconto delle cose, dietro il consumo degli oggetti. Nel loro abbandono c’è il nostro abbandono e la nostra solitudine.
L'oggetto non aspetta nel limbo l'ordine che lo libererà e gli permetterà di incarnarsi in una visibile e loquace oggettività; non preesiste a se stesso, quasi fosse trattenuto da qualche ostacolo alle soglie della luce. Esiste nelle positive condizioni di un complesso ventaglio di rapporti.
[Mirco Gheller]